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'''Barlaam Calabro''', noto anche come Barlaam di Seminara (Seminara, 1290 – Avignone 1348), fu un dotto umanista e monaco nel XIV secolo, considerato [[eresia|eretico]] dalla Chiesa ortodossa per le sue posizioni dogmatiche erronee nella disputa contro San Gregorio Palamas.
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'''Barlaam Calabro''', noto anche come Barlaam di Seminara (Seminara, 1290 – Avignone 1348), fu un dotto umanista e monaco nel XIV secolo, considerato [[eresia|eretico]] dalla Chiesa ortodossa per le sue posizioni dogmatiche erronee nella disputa contro San [[Gregorio Palamas]].
  
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==Vita==
 
Barlaam Calabro nacque a Seminara (Reggio di Calabria) circa l'anno 1290. Ordinato sacerdote nel monastero greco di S. Elia di Galatro, in Calabria, intorno a 1326 si recò in Oriente, dove risiedette a Costantinopoli e a Salonicco, acquistandosi una certa fama per eloquenza e dottrina. Tenne lezioni di filosofia nel monastero costantinopolitano di S. Salvatore, di cui divenne anche abate. Nel 1333, nell'ambito delle trattative con l’occidente, Barlaam aveva sostenuto le ragioni della Chiesa greca discutendo con spirito conciliativo con i legati pontifici Francesco da Camerino e frate Riccardo per la riunificazione tra ortodossi e latini. In tale occasione egli andò però decisamente al di là del proprio incarico, e, forse con l’intenzione di rendere la dottrina ortodossa più accettabile ai latini, sviluppò le sue critiche verso l'[[esicasmo]].
 
Barlaam Calabro nacque a Seminara (Reggio di Calabria) circa l'anno 1290. Ordinato sacerdote nel monastero greco di S. Elia di Galatro, in Calabria, intorno a 1326 si recò in Oriente, dove risiedette a Costantinopoli e a Salonicco, acquistandosi una certa fama per eloquenza e dottrina. Tenne lezioni di filosofia nel monastero costantinopolitano di S. Salvatore, di cui divenne anche abate. Nel 1333, nell'ambito delle trattative con l’occidente, Barlaam aveva sostenuto le ragioni della Chiesa greca discutendo con spirito conciliativo con i legati pontifici Francesco da Camerino e frate Riccardo per la riunificazione tra ortodossi e latini. In tale occasione egli andò però decisamente al di là del proprio incarico, e, forse con l’intenzione di rendere la dottrina ortodossa più accettabile ai latini, sviluppò le sue critiche verso l'[[esicasmo]].
 
Nel 1339 fu inviato dall'imperatore Andronico III Paleologo in missione diplomatica ad Avignone presso Benedetto XII per negoziare nuovamente le condizioni per l'unione con i latini, ma le trattative fallirono. Il Papa non volle infatti accogliere la proposta di un pronto aiuto contro i turchi, aiuto che avrebbe attenuato l'odio dei greci verso gli occidentali, né quella di convocare un Concilio ecumenico allo scopo di appianare le divergenze fra ortodossi e romano-cattolici. Ritornato dall’Europa, ricominciò la sua polemica contro San [[Gregorio Palamas]] e contro i monaci [[Monte Athos|aghioriti]], mettendo in ridicolo la pratica esicasta, e qualificandone i sostenitori come '''messaliani''' e "'''onfalopsichi'''" (ὀμϕαλόψυχοι). Date le grandi proporzioni della controversia, fu indetto un sinodo in Santa Sofia nel 1341 (il [[Nono Concilio Ecumenico]]), nel quale Barlaam fu condannato.
 
Nel 1339 fu inviato dall'imperatore Andronico III Paleologo in missione diplomatica ad Avignone presso Benedetto XII per negoziare nuovamente le condizioni per l'unione con i latini, ma le trattative fallirono. Il Papa non volle infatti accogliere la proposta di un pronto aiuto contro i turchi, aiuto che avrebbe attenuato l'odio dei greci verso gli occidentali, né quella di convocare un Concilio ecumenico allo scopo di appianare le divergenze fra ortodossi e romano-cattolici. Ritornato dall’Europa, ricominciò la sua polemica contro San [[Gregorio Palamas]] e contro i monaci [[Monte Athos|aghioriti]], mettendo in ridicolo la pratica esicasta, e qualificandone i sostenitori come '''messaliani''' e "'''onfalopsichi'''" (ὀμϕαλόψυχοι). Date le grandi proporzioni della controversia, fu indetto un sinodo in Santa Sofia nel 1341 (il [[Nono Concilio Ecumenico]]), nel quale Barlaam fu condannato.
  
Non adattandosi alla situazione, decise di fare ritorno in Italia, per unirsi definitivamente ai latini. Dopo breve permanenza a Napoli, si recò ad Avignone; qui ricevette dal Papa una provvigione e l'incarico di leggere greco in curia. Infine, nel 1342, fu nominato vescovo di Gerace, anche per il personale interessamento del poeta Francesco Petrarca, che da lui apprendeva i primi rudimenti di greco.  
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Non adattandosi alla situazione, decise di fare ritorno in Italia, per unirsi definitivamente ai latini. Dopo breve permanenza a Napoli, si recò ad Avignone; qui ricevette dal Papa una provvigione e l'incarico di leggere greco in curia. Infine, nel 1342, fu nominato vescovo di Gerace, anche per il personale interessamento del poeta Francesco Petrarca, che da lui apprendeva i primi rudimenti di greco.<br>
 
Morì nel 1348
 
Morì nel 1348
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==Opere==
 
Barlaam scrisse numerose opere, per lo più in greco. Tra i suoi scritti spiccano un trattato '''Sul primato del Papa''' contro i latini e uno '''Sulla processione dello Spirito''' contro gli ortodossi. Scrisse anche opere di argomento morale e scientifico.
 
Barlaam scrisse numerose opere, per lo più in greco. Tra i suoi scritti spiccano un trattato '''Sul primato del Papa''' contro i latini e uno '''Sulla processione dello Spirito''' contro gli ortodossi. Scrisse anche opere di argomento morale e scientifico.

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Barlaam di Seminara

Barlaam Calabro, noto anche come Barlaam di Seminara (Seminara, 1290 – Avignone 1348), fu un dotto umanista e monaco nel XIV secolo, considerato eretico dalla Chiesa ortodossa per le sue posizioni dogmatiche erronee nella disputa contro San Gregorio Palamas.

Vita

Barlaam Calabro nacque a Seminara (Reggio di Calabria) circa l'anno 1290. Ordinato sacerdote nel monastero greco di S. Elia di Galatro, in Calabria, intorno a 1326 si recò in Oriente, dove risiedette a Costantinopoli e a Salonicco, acquistandosi una certa fama per eloquenza e dottrina. Tenne lezioni di filosofia nel monastero costantinopolitano di S. Salvatore, di cui divenne anche abate. Nel 1333, nell'ambito delle trattative con l’occidente, Barlaam aveva sostenuto le ragioni della Chiesa greca discutendo con spirito conciliativo con i legati pontifici Francesco da Camerino e frate Riccardo per la riunificazione tra ortodossi e latini. In tale occasione egli andò però decisamente al di là del proprio incarico, e, forse con l’intenzione di rendere la dottrina ortodossa più accettabile ai latini, sviluppò le sue critiche verso l'esicasmo. Nel 1339 fu inviato dall'imperatore Andronico III Paleologo in missione diplomatica ad Avignone presso Benedetto XII per negoziare nuovamente le condizioni per l'unione con i latini, ma le trattative fallirono. Il Papa non volle infatti accogliere la proposta di un pronto aiuto contro i turchi, aiuto che avrebbe attenuato l'odio dei greci verso gli occidentali, né quella di convocare un Concilio ecumenico allo scopo di appianare le divergenze fra ortodossi e romano-cattolici. Ritornato dall’Europa, ricominciò la sua polemica contro San Gregorio Palamas e contro i monaci aghioriti, mettendo in ridicolo la pratica esicasta, e qualificandone i sostenitori come messaliani e "onfalopsichi" (ὀμϕαλόψυχοι). Date le grandi proporzioni della controversia, fu indetto un sinodo in Santa Sofia nel 1341 (il Nono Concilio Ecumenico), nel quale Barlaam fu condannato.

Non adattandosi alla situazione, decise di fare ritorno in Italia, per unirsi definitivamente ai latini. Dopo breve permanenza a Napoli, si recò ad Avignone; qui ricevette dal Papa una provvigione e l'incarico di leggere greco in curia. Infine, nel 1342, fu nominato vescovo di Gerace, anche per il personale interessamento del poeta Francesco Petrarca, che da lui apprendeva i primi rudimenti di greco.
Morì nel 1348

Opere

Barlaam scrisse numerose opere, per lo più in greco. Tra i suoi scritti spiccano un trattato Sul primato del Papa contro i latini e uno Sulla processione dello Spirito contro gli ortodossi. Scrisse anche opere di argomento morale e scientifico.