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Origene

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Origene

Origene fu certamente uno tra i maggiori teologi della Chiesa antica e non mancò di influenzare, anche se indirettamente, la teologia successiva: si pensi a quanto gli devono i tre Cappadoci (San Basilio il Grande, San Gregorio di Nissa e San Gregorio il Teologo) ma anche, dopo di loro, San Massimo il Confessore. Fu anche il più "prolifico" scrittore cristiano del primo millennio, anche se solo una parte delle sue opere è giunta sino a noi, e spesso soltanto in traduzione latina.

La vita

Origene nacque intorno al 185, probabilmente ad Alessandria. Fu discepolo del famoso neoplatonico Ammonio Sacca e di Clemente Alessandrino. Nel 204 il vescovo Demetrio lo pose, malgrado la giovane età, a capo della scuola catechistica. Condusse una vita ascetica e intorno al 210 si evirò, per una interpretazione in senso eccessivamente letterale del passo di Mt.19,12 ("Poiché vi sono degli eunuchi, che sono nati così dal grembo della madre, vi sono degli eunuchi che sono stati fatti eunuchi dagli uomini, e vi sono eunuchi che si sono fatti eunuchi da se stessi per il regno dei cieli"). Interrompeva l'insegnamento catechistico con frequenti viaggi. Nel 230, a Cesarea, due vescovi suoi amici, Teoctisto e Alessandro, lo ordinarono sacerdote, nonostante la sua mutilazione (l'evirazione volontaria escludeva infatti dal sacerdozio). Irritato per questo fatto, il suo vescovo Demetrio lo fece immediatamente deporre per l'irregolarità della sua ordinazione e - molto probabilmente - anche per qualche opinione non ammessa dalla Chiesa. Si recò allora a Cesarea ove rimase fino all'impero di Decio, e dove fondò una scuola sul tipo di quella alessandrina. Qui fu suo discepolo s. Gregorio il Taumaturgo, noto per il suo Discorso a Origene. Sotto Decio fu probabilmente rinchiuso in carcere nella stessa Cesarea, e torturato. Morì conseguentemente a tali torture, all'età di circa settant'anni, intorno al 253.

Opere e dottrina

Origene fu certamente il più "prolifico" autore della Cristianità del primo millennio; citiamo qui solo poche sue opere.

Gli Esapla, un'opera grandiosa (di cui purtroppo rimane oggi ben poco) che presentava il testo dell'Antico Testamento su sei colonne, contenenti il testo ebraico in caratteri ebraici, il testo ebraico in caratteri greci e le versioni greche di Aquila, di Simmaco, dei Settanta e di Teodozione.

Contro Celso (databile al 248) è uno scritto di carattere apologetico, redatto per confutare il filosofo Celso che nel 170-185 aveva pubblicato un'opera contro i cristiani dal titolo Discorso veritiero.

I principi in 4 libri:

  • nel primo libro si tratta di Dio e degli esseri celesti;
  • nel secondo del mondo materiale e dell'uomo, così come della sua caduta e redenzione ad opera di Cristo;
  • nel terzo si tratta del libero arbitrio e della libertà dell'uomo;
  • nel quarto si discorre della Sacra Scrittura e della sua interpretazione.

Origene scrisse inoltre commenti per quasi tutti di libri della Scrittura.

La tradizione successiva, ma anche molti contemporanei, hanno espresso riserve su alcune delle dottrine origeniane:

  • Il subordinazionismo, nella dottrina trinitaria;
  • La concezione della preesistenza delle anime e l'idea dell'apocatastasi (teoria secondo la quale Dio concederà la salvezza indistintamente a tutti gli uomini dopo un periodo di purificazione);
  • un eccessivo allegorismo nella interpretazione della Scrittura.

Si può comunque dire che le discussioni sulla sua ortodossia non ebbero fine neanche dopo una condanna ufficiale di queste dottrine nel VI secolo. Origene continuò, nonostante le controversie, a influenzare la speculazione filosofica e teologica successiva.

Al di là dele dispute dottrinali legate al suo nome, Origene è importante soprattutto per la sua dottrina esegetica. Egli costruì infatti il primo sistema di esegesi delle Scritture sacre, nelle quali ravvisava tre "sensi" sovrapposti:

  • un senso letterale: ciò che la Scrittura dice letteralmente;
  • un senso morale: ciò che la Scrittura insegna da un punto di vista etico;
  • un senso spirituale o mistico.

Questi tre sensi sono presenti secondo lui contemporaneamente in ogni versetto, in ogni parola, o, ancora, in ogni singola lettera della Bibbia.