Ortodossia.net è una enciclopedia multimediale ortodossa in lingua italiana.
Il sito è attualmente allo stato di bozza.

Eufemia di Calcedonia

La Santa Megalomartire Eufemia

La Santa Megalomartire Eufemia, nacque nel 288 a Calcedonia, nel Bosforo, e subì il martirio nel 303. È nota tra l'altro per un miracolo da lei compiuto durante il Quarto Concilio Ecumenico. La Chiesa ne fa memoria il 16 settembre e fa memoria del suo miracolo a Calcedonia l’11 luglio.


Vita

La Santa Megalomartire Eufemia, la Tuttavenerata, nacque a Calcedonia, nel Bosforo, da genitori pii, il senatore Filofrono e sua moglie Teodosia.

Nel corso di una delle ultime cruente persecuzioni contro i cristiani, Prisco, governatore di Calcedonia diede ordine a tutti gli abitanti della città e dei dintorni di presenziare ad una festività pagana e di sacrificare all’idolo de dio Ares, minacciando gravi tormenti a chi avesse disobbedito. Durante questa empia festa, quarantanove cristiani rimasero chiusi in casa a pregare segretamente il Vero Dio. Tra loro era anche la giovane vergine Eufemia.

Scoperto il luogo segreto, Prisco fece arrestare e sottoporre a tortura i cristiani per diciannove giorni. Non riuscendo a convincerli ad abbandonare la fede, decise di mandarli tutti davanti all’Imperatore Diocleziano, trattenendo soltanto Eufemia, nella speranza che, trovatasi da sola, smettesse di opporre resistenza.

Sant’Eufemia, pur essendo stata separata dai fratelli nella fede, si mostrò comunque forte. Prisco cercò prima di allettarla con promesse, e infine ordinò di sottoporla a tortura. La martire fu legata a una ruota irta di coltelli affilati per ferirle le membra, ma alla sua preghiera la ruota si fermò e non poté più essere mossa neppure dalla forza di molti uomini. Si narra che un angelo sia sceso dal cielo per liberare dal tormento la giovane, che rese così grazie a Dio.

Senza curarsi del miracolo, Prisco ordinò ai due soldati Vittore e Sostene di condurre la santa a un forno rovente. I soldati, però, veduti due angeli terribili nel mezzo delle fiamme, rifiutarono di eseguire l’empio ordine e si proclamarono anche loro cristiani. Furono condotti ad essere divorati dalla belve e morirono anche loro testimoniando la fede.

Sant’Eufemia condotta comunque tra le fiamme da altri soldati, rimase illesa. Con l’aiuto di Dio superò anche molte altre torture. Prisco ritenne che tutto ciò fosse dovuto a stregoneria. Fece dunque scavare un pozzo che riempì di coltelli affilati, e lo fece poi coprire per nasconderlo alla vista di Eufemia. Anche qui però la santa rimase illesa. Finalmente fu sentenziato che Eufemia morisse anche lei tra le bestie feroci. Prima dell’esecuzione la santa pregò di essere degna di morire versando il suo sangue. All’inizio nessuna delle bestie si avvicinò a lei, poi un’orsa la colpì leggermente sulla gamba ferendola. Dalla ferita sgorgò subito del sangue e la santa rese l’anima a Dio. In quel momento Calcedonia fu scossa da un terremoto che terrorizzò e mise in fuga la folla al circo, permettendo così ai genitori di raccogliere il corpo della santa per dargli degna sepoltura non lontano da Calcedonia.

Una grande Chiesa fu eretta nel luogo di sepoltura della Grande Martire Eufemia. A questo tempio vennero i Padri del Quarto Concilio Ecumenico, riunito a Calcedonia nell’anno 451 per condannare l’eresia monofisita. In quell’occasione la Grande Martire confermò la fede ortodossa operando un miracolo. Non essendo giunte le due parti (quella ortodossa e quella monofisita) ad un accordo dottrinale, furono messe per iscritto due confessioni di fede e gli scritti furono poi messi nel sepolcro contenente i resti della santa martire. Dopo tre giorni, riaperto il sepolcro, si vide che la santa teneva la confessione di fede ortodossa nella mano destra e quella monofisita ai piedi.

Fonte

La Santa Grande Martire Eufemia, da www.orthodoxia.it

Questa e altre vite dei Santi in ortodossia.net sono tratte (con eventuali adattamenti) da: Vite dei Santi della Chiesa Ortodossa, a cura di p. Daniele Marletta. Il testo è in via di preparazione e ancora inedito.